Giochi di carte collezionabili

Vi sarà sicuramente capitato, almeno una volta, di sentir parlare di Giochi di carte collezionabili. Non parliamo dei classici giochi come Briscola, Scopa o Poker ma di qualcosa di, per quanto simile, completamente differente. Il primo nome che verrà in mente a molti, anche non conoscendoli, sarà quello di Magic The Gathering, il primo gioco di carte collezionabili che da oltre 25 anni riscuote successi ed è diventato ormai un’icona.

Ma qualcun altro avrà sentito parlare del gioco di carte di Pokèmon (per il giro di affari che per un po’ di anni fece scalpore) o di YugiOH, il cui cartone per molti era un appuntamento fisso. Ma andiamo ad approfondire questo particolarissimo passatempo e perché molte persone ci giochino ininterrottamente investendoci non pochi soldi, e di cosa lo ha reso un fenomeno.

Un po’ di storia

I giochi di carte esistono sin dall’antichità, per ora il ritrovamento più antico di un mazzo di carte si assesta intorno al 1300 in Europa, ma ben 400 anni prima in Cina erano già presenti delle carte da gioco. Ma qui parliamo di giochi di carte a singolo mazzo, come la briscola o asso piglia tutto o le molteplici varianti, dove i giocatori attingono da uno stesso pool (il mazzo) e giocano con regole diverse.

Nel nostro caso invece, la parola chiave è “collezionabili”. Già durante la prima guerra mondiale in America e con forte espansione subito dopo la seconda, le carte collezionabili, raffiguranti giocatori di baseball, erano ricercatissime e seguitissime. In casa nostra le celebri figurine Panini, raffiguranti calciatori delle varie squadre conquistarono presto il cuore dei ragazzi e anche quello dei più grandi.

Il sistema era semplice: pacchetti di carte con contenuto casuale. Aprendo un pacchetto non avresti mai saputo cosa ci fosse all’interno e quindi cercare le figurine mancanti, magari scambiandole con gli amici, divenne un must. Per molti il valore collezionistico, di vedere finita la propria raccolta, era come conquistare il Graal. Più di 25 anni fa, Richard Garfield, creatore ed ideatore di giochi da tavola, ebbe una fantastica e fortunatissima intuizione: unire i due aspetti di cui abbiamo parlato sopra: i giochi di carte e le carte collezionabili a ricerca casuale, creando Magic The Gathering, che in poco tempo divenne un successo mondiale

Magic The Gathering

Cos’è Magic? Oltre ad essere il capostipite dei giochi di carte collezionabili rappresenta un punto di svolta anche nel mondo dei giochi da tavola fino a lì conosciuti. Se, fino all’avvento di esso, avevamo scatole di gioco con tutto l’occorrente ma definito già da chi ci vendeva il prodotto, in Magic avremmo dovuto creare noi il nostro mazzo.

E potevamo crearlo come volevamo! In più, a differenza dei classici giochi di carte con singolo mazzo, qui ognuno poteva avere il mazzo che più lo aggradava, conoscevamo quindi le regole di base comuni, ma non potevamo sapere cosa il nostro avversario avesse inserito all’interno del suo grimorio. Come mai lo chiamo grimorio e non mazzo? Perché in Magic ogni giocatore rappresenta un mago, che deve sconfiggere l’avversario infliggendogli venti punti danni. Ed ogni singola carta, appartenente ad una collezione specifica, rappresenta un incantesimo da scagliare contro il nostro avversario per fargli calare i punti vita.

Attingendo ad un vasto repertorio fantasy già ben delineato facente uso di creature mitologiche e fantastiche, potevamo usare cinque categorie diverse, i famosi cinque colori presenti anche nel logo, dove ad ognuno corrisponde una peculiarità di gioco. Il rosso fa uso di danni diretti all’avversario scagliano fulmini o palle di fuoco, il nero ha l’abilità di avere creature che si rigenerano o rinascono dai cimiteri, il blu rappresenta l’elusività e l’inganno, il bianco la cura e l’ordine, mentre il verde la forza intrinseca della natura. Ogni carta ha un costo, quindi le più deboli avranno un costo basso, rappresentato dal mana magico, mentre magie più potenti e devastanti avranno un più alto valore.

Avremo il mana attingendo alle forze naturali. Quindi le paludi ci daranno mana nero, mentre le montagne quello rosso. E se tutto questo non fosse abbastanza ogni carta non sarà reperibile come le altre. Quindi in un pacchetto di quindici carte casuali, avremo 11 carte comuni, 3 non comuni ed 1 rara. E si. Trovare quello che vorremo non sarà affatto semplice, anzi! Pensate che nella prima edizione del gioco, una delle carte più preziose era il Black Lotus. Difficilissimo da trovare e a distanza di anni diventato ancora più raro e ricercato. Due anni fa fu battuto all’asta per la cifra di 87.000 dollari un esemplare. Questo per darvi un esempio di quanto Magic sia cresciuto.

La possibilità di giocare contro chiunque. Di avere il proprio mazzo personale per poter sfidare giocatori che ne avessero un altro fu più che vincente. Ben presto tornei e competizioni furono all’ordine del giorno, e negozi che si interessarono a questo aspetto furono molteplici. Ogni tre mesi un’espansione nuova rinverdiva le collezioni, costringendo indirettamente i giocatori a spendere per aggiornare i propri mazzi. E più di 25 anni dopo, nonostante alti e bassi, Magic è ancora tra noi. Fortissimo. Entrato anche da poco nell’era digitale, con un prodotto gratuito, Magic Arena, che riesce a portare l’esperienza anche sul PC.

Quest’anno sono stati investiti dall’azienda che lo produce, la Wizards of The Coast, ben 4 milioni di dollari in montepremi per i giocatori più forti nel mondo, producendo di fatto un accesa rivalità e innalzando il livello del mondo competitivo. Perché Magic è facilissimo da imparare nelle sue regole, ma molto difficile da seguire nel mondo competitivo.

I giocatori più forti sono ragazzi e ragazze, indubbiamente dotate dal punto di vista intellettivo, che riescono a prevedere le giocate dell’avversario e contrastarle al meglio. Logicamente sempre con quel pizzico di fortuna che un gioco di carte con delle pescate dopo aver mischiato il mazzo, può offrire.

Altri giochi di carte collezionabili

Ci siamo soffermati sul capostipite, ma altri giochi si sono ritagliati un angolo nei giochi di carte collezionabili. Regole differenti, ambientazioni differenti, ma sempre con la stessa struttura: pool di carte e pacchetti casuali. Il vendere carte singole o scambiarle è essenziale e di supporto a tutto. Nei primi anni 2000, sempre dalla Wizards of The Coast, arrivò, supportato dal cartone animato che aveva fatto faville, il gioco di carte di Pokèmon. Fu un successo mondiale. La vendita di carte singole raggiunse da subito prezzi esorbitanti, perché dopo Magic, in molti avevano intravisto cosa significasse avere carte buone nelle prime edizioni. E, nonostante fosse un titolo dedicato ai più piccoli, scatenò chiunque alla ricerca dei mostriciattoli tascabili.

Il Giappone comunque dopo di questo divenne uno dei più grandi produttori di giochi di carte collezionabili.

Specialmente con l’avvento di YUGIOH, un cartone animato che parlava proprio del mondo dei giochi di carte. Anche per esso il successo fu mondiale. Si guardava il cartone e poi si andava a giocare con le stesse carte viste al suo interno. Una situazione quasi surreale. L’elenco potrebbe continuare all’infinito, perché dopo di questo i giochi si moltiplicarono a dismisura (già dopo Magic avvenne ma si consolidò dopo Yugioh), e quasi ogni cartone o manga di successo ebbe il suo gioco di carte, da One Piece a Gundam.

L’era digitale

Negli ultimi anni, con Hearthstone, il gioco di carte, che aveva avuto un calo proprio a causa dei videogiochi, iniziò ad allearsi con essi, trovando nelle sfide facilitate dalla connessione internet e l’opportunità di sfidare chiunque attraverso pc o smartphone la sua più grande forza. Al momento quasi tutti i giochi di carte più famosi si trovano come app per smartphone o programmi per PC, rispolverando e rinnovando quello che prima facevamo sedendoci ad un tavolo da gioco. Quindi un ringiovanimento per dei giochi che non smettono mai di appassionare e divertire.

Se non ne avete mai provato uno vi consiglio di farlo. Solo così capirete a pieno come mai tanti giocatori nel mondo si siano appassionati così fortemente.